Devil Master – Satan Spits on Children of Light
(Relapse Records, 2019)
Sei ragazzini vestiti da demoni in modo talmente sgraziato, pacchiano e involontariamente ridicolo da non esser stati certamente aiutati dalla mamma per il loro travestimento (musicale, oltre che prettamente estetico). Me li immagino in giro per la loro Philadelphia nella notte di Halloween, derisi dai coetanei. Il loro stile lo-fi li rende sfigati agli occhi dei bulli del 2019. Ma la Relapse è il fratello maggiore che li difende e, dopo aver ristampato i brani dei loro demo con la compilation Manifestations (2018), li fa debuttare con un album che pare suonato a casa di Zio Tibia. I racconti dalla cripta dei Devil Master rimbombano come i peggiori incubi sonori dei primi anni '80, e le distorsioni zanzarose sbriciolano i timpani. Ma un velo di flanger, steso sopra i riff come una ragnatela, ammorbidisce gli spigoli e rende l’atmosfera vagamente psichedelica. Il thrash metal tinto di nero di Venom e primi Bathory è colorato in modo talmente acceso da abbagliare e stordire, creando un’atmosfera onirica. In questa nebbia i colori sono mischiati senza alcun rispetto per le consonanze, generando un chaos che possiede la furia dell’hardcore giapponese e il delirio sanguinario dei primi Mayhem, ma anche la sensibilità melodica di una band post punk (o di un film di mezzanotte della Hammer). In questa impulsiva disarmonia, tipica dei ragazzini strabordanti di creatività, sta la bellezza di questo assurdo teatro degli orrori, assolutamente perfetto per la notte di Halloween.
[R.T.]
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Devil Master – Satan Spits on Children of Light
(Relapse Records, 2019)
Six kids dressed as demons in such a graceless, gaudy and unintentionally ridiculous way that they were certainly not helped by their mother for this (musical, as well as purely aesthetic) disguise. I imagine them out in the streets of Philadelphia on Halloween night, mocked by their peers. Their lo-fi style makes them losers in the eyes of 2019 bullies. But Relapse is the elder brother defending them and, after having reprinted the songs from their demos with the compilation Manifestations (2018), makes them debut with an album which seems to have been recorded at Uncle Creepy's home. Devil Master's tales from the crypt echo like the worst early 80s sonic nightmares, while mosquitoish distortions crumble the eardrums. But a veil of flanger, spread over the riffs like a spider web, softens the edges and makes the atmosphere vaguely psychedelic. In this fog colours are mixed without any respect for consonances, generating a chaos that possesses the fury of the Japanese hardcore and the bloodthirsty delirium of the first Mayhem, but also the melodic sensitivity of a post punk band (or that of a Hammer midnight movie). In this impulsive disharmony, typical of kids overflowing with creativity, lies the beauty of this absurd theater of horrors, absolutely perfect for Halloween night.
[R.T.]
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