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martedì 9 aprile 2019

The Mon – Doppelleben


The Mon – Doppelleben
(Supernatural Cat, 2018)

Riuscire ad evocare un’atmosfera attraverso la musica significa trasmettere sensazioni, più che pensieri e idee compiute. Creare un universo sonoro che stimoli le percezioni affinché queste siano più sensibili, e non abbiano bisogno della parte razionale del nostro cervello per decodificare il messaggio. Apparentemente meno complicato rispetto alla costruzione di architetture musicali basate su ritmo e melodia, in realtà molto complesso perché il musicista necessita di grandi sensibilità e comunicatività. Capacità, queste ultime, che non mancano ad Urlo (basso, voce e synth degli Ufomammut) che con il suo progetto The Mon esplora il lato più sensoriale della sua musica. Se già nel doom cosmico della sua band principale suono e atmosfera rivestono una particolare importanza, in Doppelleben (composto e suonato in solitaria) questi sono assoluti protagonisti. L’ascoltatore si ritrova in un luogo mentale che ha la parvenza di una landa gelata, avvolta nella nebbia del mattino, in cui il Sole inizia ad alzarsi lentamente sulla linea dell’orizzonte, scongelando via via il ghiaccio che avvolge la vegetazione, per poi inabissarsi nuovamente al di là delle montagne, così che tutto torna a congelarsi, assumendo nuove forme. Questo movimento ciclico e perenne è reso da tappeti cosmici di sintetizzatore, pulsazioni sintetiche, muri di distorsione e giri ipnotici di basso, mentre soffusi raggi di melodia indicano una direzione nella nebbia. La direzione diventa evidente, come un tracciato, nella parte centrale dell’album, nella quale si affaccia la voce, e i brani assumono una struttura più quadrata (sorta di versione onirica dei Nine Inch Nails). Ma nel finale tornano le lunghe - sottilmente inquietanti - attese delle colonne sonore di John Carpenter, per ricordarci che lo scorrere del tempo produce trasformazioni apparentemente impercettibili, ma in realtà profondissime. E anche se tutto sembra tornare al punto di partenza, niente sarà più lo stesso.
[R.T.]
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The Mon – Doppelleben
(Supernatural Cat, 2018)

Being able to evoke an atmosphere through music means transmitting sensations, rather than thoughts and completed ideas. It is like creating a sound universe that stimulates perceptions so that they are more sensitive and they do not need the rational part of our brain to decode the message. Apparently less complicated than the construction of musical architectures based on rhythm and melody, on the contrary extremely complex because the musician needs great sensitivity and communicativeness. Abilities, these latter, which are not lacking in Urlo (Ufomammut bass, voice and synth) who explores the more sensory side of his music with his project The Mon. If already in the cosmic doom of his main band sound and atmosphere play a particularly relevant role, in Doppelleben (composed and played solo) these are absolute protagonists. The listener finds himself in a mental place that has the feature of a frozen land, shrouded in the morning fog, in which the Sun begins to rise slowly on the horizon line, gradually thawing the ice that surrounds the vegetation, then sinking back beyond the mountains, so that everything returns to freeze, taking on new forms. This cyclical and everlasting movement is rendered by cosmic synthesizer carpets, synthetic pulsations, walls of distortion and hypnotic bass turns, while suffused rays of melody indicate a direction in the fog. The direction becomes evident, like a path, in the central part of the album, in which the voice appears and songs take on a more square structure (sort of dreamlike version of Nine Inch Nails). But in the final part the long - subtly disturbing - waits of John Carpenter's soundtracks come back, to remind us that the passing of time produces seemingly imperceptible, yet indeed really deep, transformations. And even if everything seems to return to the starting point, nothing will ever be the same again.
[R.T.]

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