Windhand – Eternal Return
(Relapse Records, 2018)
La musica dei Windhand ritorna al punto di partenza con moto perpetuo, per ripartire ogni volta da dove si era apparentemente conclusa. Una musica ciclica che scorre ineluttabile, al rallentatore, trascinandosi con passo pesante. Non esiste tragicità o teatralità nella loro rassegnazione. Solo indolenza, stanchezza e consapevolezza della propria incapacità di cambiare il naturale scorrere degli eventi. Un’arrendevole passività di fronte allo scorrere del tempo che “eleva” il quarto disco della band della Virginia a manifesto ideologico grunge. Parte di questo è certamente dovuto a Jack Endino e alla sua capacità di trasmettere, producendo il disco, tutta la spossatezza del sound di Seattle. Ma senza alcun dubbio la voce trascinata di Dorthia Cottrell possiede una dose di narcolessia che non necessita di aiuti. Così come i riff mastodontici e gommosi di Garrett Morris (chitarra) e Parker Chandler (basso) che sfibrano il groove degli Electric Wizard e degli Acid King oltre i livelli allucinatori della psichedelia, fino a toccare il ristagno emotivo. Sembra di ascoltare 4th of July in loop, interrotta solo da lampi di depressione degni di una Something in the Way abissale (Feather, ad esempio). L’eterno ritorno dei Windhand non prevede alcun evento traumatico, bensì un lento e ipnotico richiamo verso l’oblio al quale non ci resta che arrenderci.
[R.T.]
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Windhand – Eternal Return
(Relapse Records, 2018)
Windhand music returns to the starting point with perpetual motion, to restart each time from where it had apparently ended. A cyclic music that flows ineluctable, in slow motion, dragging itself with heavy pace. There is no tragic nature or theatricality in their resignation. Only indolence, exhaustion and awareness of one's inability to change the natural flow of events. A compliant passivity towards the passing of time that "elevates" the fourth record of the Virginia band to an ideological grunge manifesto. Part of this is certainly due to Jack Endino and his ability to transmit, producing the disc, all the exhaustion of Seattle sound. But without a doubt Dorthia Cottrell's dragged voice has a dose of narcolepsy that does not need any kind of help. As well as Garrett Morris (guitar) and Parker Chandler (bass) mammoth gummy riffs that exhaust Electric Wizard and Acid King groove beyond the hallucinatory levels of psychedelia, up to touch the stagnation of emotion. It's almost like listening to 4th of July in loop, interrupted only by flashes of depression worthy of an abysmal Something in the Way (Feather, for example). Windhand eternal return does not foresee any traumatic event, yet a slow and hypnotic call to oblivion to which we just have to surrender.
[R.T.]
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