(Anti-, 2018)
Fissare il Sole troppo a lungo può bruciare le retine. I Deafheaven hanno da sempre sfidato i raggi accecanti, filtrando la luce diretta con una nuvola di nebbia stordente e rifrangendola poi attraverso strati di ghiaccio norvegese. La loro musica è una gelida giornata invernale, limpida e abbagliante, in grado di regalare piccoli lampi di tepore sotto i raggi diretti del Sole, ma capace di trasformarsi velocemente in una tempesta di neve. Proprio questa ambivalenza ha reso i Deafheaven una creatura unica nel panorama della musica alternativa, in continuo equilibrio tra black metal, post hardcore, post rock e shoegaze, e di conseguenza una delle più amate / odiate. Con il quarto album la nebbia si dirada e il ghiaccio si scioglie, come nel giorno in cui l’inverno sfocia nella primavera. Ordinary Corrupt Human Love è l’equinozio, l’attimo in cui le sfuriate di gelido vento del nord si trasformano in brezza pronta a trasportare il polline della rinascita. Una metamorfosi accolta con un senso di fiducia e speranza, sotto lo sguardo del Sole. La band di San Francisco racconta l’ordinarietà di un amore attraverso continue citazioni letterarie (lo stesso titolo dell’album è tratto da Fine di una Storia di Graham Greene) e una musica stratificata e complessa, talvolta perfino barocca. L’iniziale You Without End, ad esempio, è un affresco luminoso che ricorda molto da vicino l’apertura di pianoforte di Mellon Collie and the Infinite Sadness. Ma è solo l’inizio, perchè il sentimentalismo enfatico dei migliori Smashing Pumpkins avvolgerà anche le sfuriate più violente. Ogni amore nasconde precari equilibri sul ciglio dell’ossessione e della nevrosi, e quello raccontato dai Deafheaven non è da meno. Nella ricerca della pace si nasconde una continua inquietudine, così come le acide e schizofreniche urla di George Clarke si nascondono tra lampi di estasi e soffusa serenità. Fissare il Sole troppo a lungo, alla continua ricerca di calore, può davvero bruciare la nostra vista, e nutrire l’ossessione che cresce nella nostra anima.
[R.T.]
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Deafheaven – Ordinary Corrupt Human Love
(Anti-, 2018)
Staring at the Sun too long can burn retinas. Deafheaven have always challenged the blinding rays, filtering direct light with a cloud of stunning fog and then refracting it through layers of Norwegian ice. Their music is a cold, clear and dazzling winter day, able to release small flashes of warmth under the direct rays of the Sun, but able to quickly turn itself into a snowstorm. Precisely this ambivalence has made Deafheaven a unique creature in the panorama of alternative music, in constant balance between black metal, post hardcore, post rock and shoegaze, and consequently one of the most loved/hated. With the fourth album the fog clears and the ice melts, as on the day when winter flows into spring. Ordinary Corrupt Human Love is the equinox, the moment when the blasts of freezing northern wind turn into a breeze ready to carry the pollen of rebirth. A metamorphosis welcomed with a sense of trust and hope, under the gaze of the Sun. The San Francisco band recounts the ordinariness of a love through continuous literary quotations (also the title of the album is taken from Graham Greene's End of a Story) and a stratified, complex music, sometimes even baroque. The initial You Without End, for example, is a bright fresco that closely resembles the piano opening of Mellon Collie and the Infinite Sadness. But it is only the beginning, because the emphatic sentimentality of the best Smashing Pumpkins will also envelop the most violent outbursts. Every love hides precarious balances on the edge of obsession and neurosis, and the one told by Deafheaven is no exception. In the search for peace there is a continuous restlessness, as well as George Clarke's acid and schizophrenic screams are hidden between flashes of ecstasy and soft serenity. Staring at the Sun too long, in the constant search for heat, can really burn our sight, and nourish the obsession that grows in our soul.
[R.T.]
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