(Relapse Records, 2017)
Il secondo episodio della saga Myrkur si apre con la sola voce di Amelie Bruun, sicura attraverso un ambiente ghiacciato, come a voler affrontare a testa alta i suoi nemici. Le tempeste di gelido black metal sono ridotte al minimo (Måneblôt) e sono temperate dal calore vocale della musicista danese la quale, con la complicità di un coro tutto al femminile, fa sì che il Sole primaverile possa sciogliere la neve mostrando inediti paesaggi, quasi celtici (Crown, De Tre Piker), nelle terre ghiacciate del Nord. Il sentiero si allontana sempre più dai fiordi norvegesi e dalla loro fiamma nera, per approdare ad una terra di mezzo in cui le armonizzazioni vocali quasi folk si tingono di atmosfere gotiche. Prendendo ispirazione dai propri incubi, che non la abbandonavano neanche dopo il risveglio, Amelie concepisce un disco che ha molte affinità tematiche con la poetica di un’altra musicista affetta da “paralisi da sonno”, Chelsea Wolfe (le due intrecciano i propri lati oscuri in Funeral). Oltre alla musicista americana, sono altri i compagni di viaggio di Amelie: Aaron Weaver dei Wolves in the Throne Room (alla batteria) e, soprattutto, Randall Dunn, che si occupa della produzione del disco. Quest'ultimo, produttore di alcuni degli album di drone metal ambientale più intensi degli ultimi anni, contribuisce in modo fondamentale a valorizzare il lavoro di Myrkur, rendendolo un punto di passaggio tra antico e moderno. L’utilizzo di strumenti come la nyckelharpa e la mandola contribusice alla creazione di scenari medievali e a farci immergere in un mondo misterioso in cui le leggende varcano i confini della realtà. Un mondo in cui gli incubi varcano i confini della veglia.
[R.T.]
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Myrkur – Mareridt
(Relapse Records, 2017)
The second episode of Myrkur saga opens with Amelie Bruun voice, safe through a frozen environment, as if she wanted to face her enemies head-on. Icy black metal storms are reduced to the minimum (Måneblôt) and they are tempered by the vocal warmth of the Danish musician who, with the complicity of an all-female choir, allows the spring sun to melt the snow showing unknown, almost Celtic (Crown, De Tre Piker), landscapes in the frozen lands of the North. The path is increasingly moving away from Norwegian fjords and their black flame, to arrive at a middle-earth where the almost folk vocal harmonies acquire gothic atmospheres. Taking inspiration from her nightmares, which did not abandon her even after waking up, Amelie conceives an album that has many thematic affinities with the poetics of another musician suffering from "sleep paralysis", Chelsea Wolfe (the two intertwine their dark sides in Funeral). In addition to the American musician, Amelie's other travel companions are: Aaron Weaver of Wolves in the Throne Room (on drums) and, above all, Randall Dunn, who deals with the production of the album. Producer of some of the most intense ambient drone metal albums of recent years, the latter contributes in a fundamental way to enhance Myrkur work, making it a point of transition between ancient and modern. The use of musical instruments such as nyckelharpa and mandola contributes to the creation of medieval sceneries and to immerse us in a mysterious world in which legends cross the boundaries of reality. A world in which nightmares cross the borders of the wakefulness.
[R.T.]
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