The Sonic Dawn - 24.11.2017 - Fuzz'N'Roll Fest - Cecina (LI)
In una fredda serata di novembre, con cinquant’anni di ritardo, non è semplice trasportare il tuo pubblico nel cuore della summer of love californiana. Forse solo un gruppo che proviene dal freddo del Nord Europa, e che quindi è necessariamente costretto a dover immaginare le atmosfere di un’epoca che non ha vissuto e il contesto nel quale queste si sono realizzate, può essere così efficace da riuscire a farle provare ad un pubblico abituato alla musica del nuovo millennio. Questo gruppo sono i Sonic Dawn. In un ambiente raccolto e familiare la band danese libera i suoi sogni colorati. Pantaloni a zampa, camicie floreali, capelli lunghi e strumentazione vintage. I tre sono alieni caduti su un litorale deserto e desolato, reso ancor più surreale dai primi brividi dell’inverno. Eppure, così fuori contesto e fuori epoca, il loro blues morbido, ma non fragile, che si dilata in psichedelia senza mai varcare i confini dell’hard rock, riesce ad aprire le porte della percezione del poco numeroso, ma appassionato, pubblico. Una chitarra arpeggiata con le dita e un basso rotondo bilanciano una batteria fredda e nordica, ma non per questo rigida. Le melodie possiedono i colori cangianti dei 13th Floor Elevators e, cosi come quelle della band texana, sono ricoperte da una sottile polvere garage. Il trio, che ha da poco pubblicato il suo secondo album sotto Heavy Psych Sounds, dal vivo mostra una forza ipnotica che su disco si nasconde dietro il velo di un leggero rock psichedelico. I tre danesi vivono in un sogno del passato. E, almeno per stasera, ci portano con loro.
[R.T.]
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The Sonic Dawn - 11.24.2017 - Fuzz'N'Roll Fest - Cecina (LI)
In a freezing November night, fifty years too late, it's not easy to carry your listener in the heart of Californian summer of love. Maybe only a band coming from the cold northern Europe (and therefore necessarily forced to imagine both the atmospheres of an era it did not live and the context in which these took place) can be so effective as to make them real to an audience accustomed to the music of the new millennium. The Sonic Dawn are this band. In a cozy familiar venue the Danish band frees its colorful dreams. Flared trousers, floral shirts, long hair and vintage instrumentation. The three are aliens fallen on a desert desolate coast, made even more surreal by the first chills of winter. Yet, so out of context and out of time, their soft - yet not fragile - blues, expanding itself into psychedelia without ever crossing the boundaries of hard rock, manages to open the doors of perception of the small, but passionate, audience. A guitar played with fingers and a round bass guitar balance a cold (but not for this reason stiff) Nordic drums. Melodies have got the shimmering colours of 13th Floor Elevators and, like those of the Texan band, they are covered with a thin garage dust. The trio, which has recently released its second album under Heavy Psych Sounds label, shows a live hypnotic force that on recordings is hidden behind the veil of a light psychedelic rock. The three Danes live in a dream of the past. And, at least for tonight, they take us with them.
[R.T.]
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