Pagine

sabato 29 luglio 2017

Ruby The Hatchet - Valley of the Snake


Ruby The Hatchet - Valley of the Snake
(Tee Pee Records, 2015)

Un pick up scassato, un gruppo di amici strafatti, rock n' roll, birra e fumo a volontà, e una casetta nascosta nel bosco dove trascorrere il fine settimana, ignari del Male che vi si annida. Esilarante omaggio dei Ruby The Hatchet a La Casa di Sam Raimi, Il video di Vast Acid è la perfetta rappresentazione della loro personale visione dell'occult rock al femminile che imperversa da qualche anno a questa parte negli stereo degli appassionati di musica heavy psych. Il gruppo americano si approccia alle atmosfere oscure del passato con la sensibilità di un nerd divoratore di b-movie e vinili, più attento a non far spegnere la canna davanti al suo horror preferito, piuttosto che a impersonare con convinzione il ruolo di stregone in contatto con il regno dei morti. Il loro Valley of the Snake è un album che entra nei sotterranei cari ai primi Black Sabbath e ai loro discepoli. Ma nello scendere le scale verso l'oscurità mostra un groove rotondo che sfiora l'energia del doom più prossimamente imparentato con lo stoner. I riff e i fraseggi di chitarra hanno quel retrogusto allucinogeno e sfasato caro agli Uncle Acid and the Deadbeats, e creano l'atmosfera misteriosa e vagamente inquietante tipica del genere. Semplice, scorrevole, melodicamente coinvolgente (ottima la prova vocale di Jillian Taylor), e con un ottimo tiro. Insomma, come guardarsi un bel film horror, tutti fumati, con gli amici. Attenzione al gioco al quale giochiamo però: potremmo inaspettatamente liberare le forze del Male e rimanerne travolti!
[R.T.]

***

Ruby The Hatchet - Valley of the Snake
(Tee Pee Records, 2015)

A wrecked jeep, a bunch of ultra-doped friends, rock 'n' roll, plenty of beer and weed, and a cottage hidden in the woods to spend the weekend in, unaware of the Evil who nests there. Ruby The Hatchet hilarious tribute to Sam Raimi's Evil Dead, the videoclip of Vast Acid is the perfect representation of their own personal view of that "female" occult rock so cool for many heavy psych fans in these last years. The American band approaches the dark atmospheres of the past with the sensitivity of a vinyls-and-b-movies-devourer nerd, more careful not to die out his joint in front of his favorite horror, rather than to impersonate the role of the magician in touch with the kingdom of the dead. Their Valley of the Snake is an album that enters the underground basements dear to the early Black Sabbath and their disciples. But going down the stairs towards the darkness it shows a groove that touches the energy of that doom close to stoner. Guitar riffs and phrasings have that hallucinogenic aftertaste so dear to Uncle Acid and the Deadbeats, and they create the mysterious and vaguely disturbing atmosphere typical of the genre. Easy-listening, melodically engaging (excellent Jillian Taylor on the microphone), and with a great groove. In short, how to watch a beautiful horror movie, doped, together with friends. Beware of the game we play, anyway: we could unexpectedly release the forces of Evil and get crushed by them!
[R.T.]

Nessun commento:

Posta un commento