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martedì 27 giugno 2017

Inter Arma - Paradise Gallows


Inter Arma - Paradise Gallows
(Relapse Records, 2016)


Mi ci vedo proprio a fare l'insegnante di storia dell'arte, o di letteratura, portando Paradise Gallows come esempio di Opera del Romanticismo ottocentesco. Soprattutto immagino la faccia degli studenti, di fronte alle bordate pesantissime dei riff, ai ritmi ossessivi e annichilenti, al growl primordiale...tutta roba che ricorda più i Morbid Angel di Domination che una corrente artistica "classica". Eppure, per quanto estroso, penso questo paragone non sia esageratamente folle. Infatti, fin dai primi minuti del brano di apertura, attraverso un fraseggio di chitarre sdoppiate che pare l’intro di un disco degli Iron Maiden, gli Inter Arma suggeriscono una diversa sensibilità rispetto al metal estremo di riferimento. Da quei 2 minuti di musica, che ben presto si trasformano in uno sludge metal devastante, si percepisce ciò che la copertina di Orion Landau esplicita splendidamente.

Mare in tempesta. Una nave alla deriva, prossima allo schianto su una scogliera rocciosa. Impiccato all’albero maestro, il capitano pare osservare la disfatta con gli occhi fissi sul Sole - basso sull’orizzonte, a colorare il cielo. Ipnotica attrazione che l’uomo - ormai sconfitto - prova nei confronti dell’energia primordiale e incontenibile della Natura. Un’energia che musicalmente prende la forma libera e incontrollabile di canzoni dalla struttura progressiva, e che fluisce in tutte le direzioni immaginabili (grazie anche ad un batterista agile e dinamico, per quanto violentissimo), con una forza sovrumana (chitarre gigantesche e un cantante il cui grugnito è modellato da un oceano di echi e riverberi). Gli Inter Arma hanno concepito un disco carico di tensione verso l'assoluto, rappresentando l'Apocalisse come unica via di annichilimento e fuga dalla realtà, sorta di passaggio psichedelico verso un'altra dimensione. Nel far questo, la band si distacca dalla strada tracciata da molti gruppi post metal, indicando una via personale in cui la visceralità del metal estremo e la ricercatezza melodica del rock progressivo convivono e si completano l'un l'altra. 

La maggior parte degli studenti mi farebbe allontanare dall'insegnamento, lo so. Purtroppo non esistono più i ragazzini metallari di una volta, i quali si sarebbero esaltati ad ascoltare 70 minuti di violenza sonora. Per fortuna esistono ancora musicisti come gli Inter Arma, che utilizzano tale violenza inaudita con una sensibilità degna di un'Opera d'Arte.
[R.T.]
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Inter Arma - Paradise Gallows
(Relapse Records, 2016)

I see myself as a teacher of art history or literature, bringing Paradise Gallows as an example of the 19th Century Romanticism. Above all I imagine the faces of the students, face to face with ultra-heavy riffs, obsessive annihilating rhythms, primordial growl ... all stuff reminding Morbid Angel at the times of Domination more than a "classical" artistic current. Yet, however extravagant, I think this comparison is not overly crazy. Indeed, from the first minutes of the opening song, through a split-guitars phrasing reminiscent of the intro of an Iron Maiden album, Inter Arma suggest a sensibility other than the extreme metal to which they refer to. From those 2 minutes of music, soon transforming into a devastating metal sludge, one perceives what the cover of Orion Landau beautifully explicates.

Stormy sea. A ship adrift, near the crash on a rocky cliff. Hanging on the master tree, the captain seems to observe the defeat with his eyes fixed on the Sun - low on the horizon, colouring the sky. That hypnotic attraction that a man - now defeated - proves towards the primordial and incontinable energy of Nature. An energy that musically takes the free and uncontrollable form of songs with a progressive structure, flowing in all imaginable directions (thanks to a dynamic, though violent, drummer) with superhuman strength (gigantic guitars and a singer whose grunts are shaped by an ocean of echoes and reverbs). Inter Arma conceived an album full with tension to the absolute, representing the Apocalypse as the only way to annihilate and escape from reality, sort of psychedelic passage to another dimension. This way, the band resigns from the road drawn by many post metal bands, pointing to a personal path where extreme metal viscerality and melodic progressive rock coexist and complement each other. 

Most students would make me turn away from teaching, I know. Unfortunately, there are no more metalhead kids as before, excited to listen to 70 minutes of sound violence. Fortunately there are still musicians like Inter Arma, who use that shocking violence with a sensitivity worthy of a Work of Art.
[R.T.]

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