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martedì 24 gennaio 2017

Monkey 3 - 02.12.2016 - Cafè Albatross (Pisa)


Monkey 3 - 02.12.2016 - Cafè Albatross (Pisa)

Come racchiudere lo spazio (siderale) in una stanza. Questo è il live dei Monkey 3. Se la loro musica è già altamente "cosmica" su disco, è sicuramente dal vivo che questa loro natura trova la sua massima e più compiuta espressione. Assecondati in questa astrazione dalle continue proiezioni sullo sfondo del palco e sulla cassa della batteria, è in realtà il flusso sonoro stesso della band a rendere possibile questo viaggio. La chitarra di Boris è un po' l'equivalente a 6 corde del flauto del favolistico pifferaio magico dei Grimm. Le sue linee melodiche (enfatizzate da un uso capillare e mai banale degli effetti) piegano al loro comando tanto gli altri strumenti, quanto noi ascoltatori - letteralmente rapiti nel caleidoscopio sonoro che ci avvolge. Stupende le canzoni estratte dall'ultimo Astrasimmetry, ma in generale non c'è un solo cedimento di atmosfera nell'intera (intensa) scaletta. Le tastiere sono il solvente in cui si disciolgono le onde ritmiche - fluide, ipnotiche, a tratti prog - di basso e batteria. Non ci sono sbavature, l'onda sonora è compatta e sinuosa ad un tempo. Psichedelia pura, che pur partendo dalle sorgenti sessantiane, ha il suo corso nelle sonorità degli anni '90/'00 e punta verso mari lontani. Un viaggio da non farsi sfuggire, che non può rimanere ristretto nei solchi di un vinile.
[E.R.]
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Monkey 3 - 12.02.2016 - Cafè Albatross (Pisa)

To enclose (sidereal) space in a room. This is Monkey 3 live. If their music is already highly "cosmic" on recordings, concerts are definitely what gives to their nature its highest and most complete expression. Supported in this abstraction by the continuous videoprojections on the background of the stage and on the kick drum, it is actually the sound flow of the band to make this trip possible. Boris guitar is the 6 strings equivalent of the Pied Piper  flute of the Grimm fairytale. His melodic lines (emphasized by a capillary and never banal use of effects) bend at their command so much the other instruments as we listeners - literally enraptured in the sound kaleidoscope surrounding us. Stunning the songs from the latest Astrasimmetry, but overall there is not a single failure in the atmosphere of the entire (intense) setlist. Keyboards are the solvent in which the flowing, hypnotic, sometimes prog rhythmic waves of bass and drums dissolve themselves. There are no smudges, the sound wave is compact and sinuous at a time. Pure psychedelia which, though starting from 60s springs, runs its course in the sounds of the 90s/00s and points to faraway seas. A trip not to be missed, which can not remain restricted in the grooves of a vinyl record.
[E.R.]


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