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domenica 25 dicembre 2016

Alcest - Kodama


Alcest - Kodama
(Prophecy, 2016)

Gelida mattina d’inverno, il Sole che splende tra i rami. Il bosco è addormentato sotto un sottilissimo strato di neve. La luce accarezza i cristalli di ghiaccio facendoli risplendere. Il fusto degli alberi libera il calore accumulato sciogliendo la neve intorno a sé. Assaporare la spiritualità di questo luogo, in silenzio. Questo è Kodama. Il quinto disco degli Alcest è un tributo agli spiriti degli alberi e alle loro voci risuonanti nel cuore delle foreste giapponesi. La delicatezza di una chitarra arpeggiata - malinconica, ma carica di speranza - fronteggia la furia dell’impetuoso vento black metal. Forza e fragilità si fondono in un bosco tanto intimo quanto maestoso e vasto. Non c’è mai oscurità. Neppure nei passaggi in cui le distorsioni travolgono tutto. La forza della Natura, per quanto incontenibile, non è mai oppressiva. Chiede solo il completo abbandono dentro di essa. Se nel disco precedente (Shelter) gli Alcest si erano gettati nelle melodie solari e delicate del dream pop e dello shoegaze, mettendo quasi completamente da parte il sottobosco metal dal quale erano nati, con Kodama si riallacciano al cammino intrapreso nei primi 3 album, all'intreccio di black metal, darkwave e shoegaze. Ma l’atmosfera evocata dalla musica del duo francese conduce ora l’ascoltatore dall’altra parte del mondo: in Giappone. Talvolta in modo esplicito, talvolta in modo più velato. Un Giappone fantastico, tra leggenda, spiritualità e sogno. In questo luogo dell’anima, dove i contrasti si equilibrano alla perfezione, è possibile sentire la voce degli spiriti degli alberi, che cantano nella foresta. Un canto meraviglioso, di totale e assoluta libertà. 
[R.T.]
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Alcest - Kodama
(Prophecy, 2016)

Frosty winter morning, the sun shining through the branches. The forest is asleep under a thin layer of snow. Light caresses the ice crystals making them shine. The trunks of the trees free the heat they stored melting the snow around them. Relish the spirituality of this place, in silence. This is Kodama. The fifth Alcest album is a tribute to the spirits of the trees and their voices resounding in the hearts of the Japanese forests. The lightness of an arpeggiated guitar - melancholic, yet full of hope - faces the fury of the impetuous black metal wind. Strength and fragility come together in a forest so intimate as majestic and vast. There is never darkness. Even in those passages where distortions overwhelm everything. Even though irrepressible, the force of Nature is never oppressive. It only asks the complete abandonment in it. If in the the previous album (Shelter) Alcest had thrown themselves into the solar delicate melodies of dream pop and shoegaze, putting almost completely aside the black metal undergrowth from which they were born, with Kodama they look - and go - back to the direction taken in theirs first three albums, to the interweaving of black metal, shoegaze and darkwave. But the atmosphere evoked by the music of the French duo now leads the listener to the other side of the world: in Japan. Sometimes explicitly, sometimes in a more veiled way. A fantastic Japan, made of legend, spirituality and dream. In this place of the soul, where contrasts are balanced to perfection, you can hear the voice of the spirits of the trees singing in the forest. A wonderful song, of absolute freedom.
[R.T.]

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