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giovedì 17 novembre 2016

Swans + Anna Von Hausswolff - 05.11.2016 - Teatro Manzoni (Bologna)


Swans + Anna Von Hausswolff - 05.11.2016 - Teatro Manzoni (Bologna)

Un concerto degli Swans non è un "semplice" concerto: è "un'esperienza". Di quelle che lasciano il segno. Chi vi ha assistito sa quanto intensa ed estrema possa essere. L'occasione di viverla in teatro è assolutamente imperdibile. E lo è ancora di più se si pensa che la band è già destinata a stravolgere la propria formazione (e probabilmente il proprio stile) alla fine di questo tour, e che si trova alla conclusione di un ciclo - assolutamente straordinario - durato 7 anni.

Ad accogliermi nel Teatro Manzoni di Bologna, è la musica spirituale di Anna Von Hausswolff. La musicista svedese sale sul palco silenziosamente - quasi sommessamente - e prende per mano il pubblico, accompagnandolo in un viaggio attraverso luoghi gelidi e oscuri. Varchi di umanità si aprono però nel flusso cosmico generato dai tappeti di tastiere e synth, dagli arpeggi di chitarra grondanti di echi, nonché dalla sognante slide guitar di Christoph Hahn degli Swans. Questi varchi sono generati dalla calda e potente voce della Von Hausswolff, che sale lungo scale a chiocciola in un percorso che ricorda quello di Lisa Gerrard. Si rimane affascinati e si stenta a comprendere come tale forza luminosa riesca a stare tutta dentro a quella esile musicista, capace di trasformare il Teatro in “un mondo a parte” per tutta la durata del suo set. E dopo gli applausi finali rimane un grande senso di liberazione e pace che pochi artisti riescono ad offrire al proprio pubblico.

Liberazione e pace non appartengono invece a Michael Gira. Nonostante The Glowing Man - l'ultimo album degli Swans - offra qualche raggio di luce - come a voler tracciare un nuovo orizzonte - quello cui assisto dal vivo è pura negatività. L'estasi (annichilente e totalizzante al tempo stesso) che mi aveva sconvolto ed elettrizzato durante il concerto del 2013 si trasforma stasera in tensione, nervosismo e cattive vibrazioni. Le mostruose tempeste soniche che si abbattono sul pubblico stordiscono e spossano. Ogni spazio all'interno del teatro è divorato da volumi mastodontici e da muri di distorsione assolutamente spaventosi. C'è spazio per alcuni passaggi dal groove avvolgente e per ritmi schiaccianti come martellate, ma gran parte delle oltre due ore di concerto sono ingoiate da droni impenetrabili. Per chi è nelle prime file (come me) la massa sonora è davvero impressionante. Per lo più tratte dall'ultimo album, le canzoni sono ancor più dilatate e rumorose che su disco, e vengono alternate a mostruose creature inedite (come un impressionante oceano di distorsione di circa 40 minuti, che apre il concerto), dimostrando quanto Gira sia ancora intenzionato a sperimentare. Il musicista newyorkese è completamente estraniato dalla realtà e ormai è un tutt'uno con la sua musica, completamente rapito dalle onde elettriche che escono come colate laviche dagli amplificatori, e si scaglia a più riprese contro chiunque non riesca a seguire le sue direttive (che probabilmente è convinto di impartire per via telepatica). Oltre a qualche battibecco con i tecnici e con qualcuno del pubblico, se la prende con i suoi musicisti (soprattutto con bassista e batterista). Nonostante questi manipolino suoni e distorsioni con incredibile maestria (senza lo scheletro ritmico imposto dal bassista il flusso sonoro si perderebbe nel caos assoluto, e senza le divagazioni liquide del tastierista non ci sarebbe l'indispensabile imprevedibilità), Gira non pare soddisfatto dall'eccessiva libertà che i suoi musicisti si concedono. Completamente accecato dalla sua musica apocalittica (oltre che dal suo Ego) trasforma il concerto in una continua sfida tra se stesso e il resto del Mondo, utilizzando le distorsioni come vere e proprie armi. Una delle ultime battaglie prima della conclusione di questa formazione a nome Swans. Un'esperienza che lascia spossati ed esterrefatti, mai indifferenti. Genialità e follia. Questo è Michael Gira, prendere o lasciare.
[R.T.]


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Swans + Anna Von Hausswolff - 11.05.2016 - Teatro Manzoni (Bologna)

A Swans concert is not simply a "concert": it is an "experience". One of those experiences that leave their mark. Those ones who attended one of their concerts perfectly know how much intense and extreme it can be. The chance to live it inside a theatre is absolutely unmissable. Even more if one thinks about the fact that the band is going to upset its lineup (and possibly its style) at the end of this tour and that it is at the end of a - definitely amazing - 7 years long cycle.

It is Anna Von Hausswolff spiritual music to welcome me in Teatro Manzoni in Bologna. The Swedish musician gets on stage silently - quietly - and she joins hands with the audience, bringing it into a journey through cold and dark places. Yet gates of humanity opens into the cosmic flow generated by carpets of synths and keyboards, by dripping echoes guitar arpeggios, as well as by Christoph Hahn (Swans) dreamy slide guitar. These gates are generated by Von Hausswolff warm powerful voice, going up spiral staircases along a path reminiscent of Lisa Gerrard one. It is fascinating and it is hard to understand how such a bright force manages to be all inside that minute musician, capable of transforming the Theatre in "a World apart" for the whole duration of her set. And after the final applause there is an incredible sense of deliverance and peace that few artists are able to offer to their audience.

Deliverance and peace do not belong to Micheal Gira instead. Even though The Glowing Man - Swans latest album - offers some ray of light - as if to draw a new horizon - what I see in this live show is pure negativity. The (annihilating and totalizing at the same time) ecstasy that thrilled and upset me during their concert in 2013 tonight turns into tension, nervousness and bad vibes. The monstrous sonic storms striking the audience are stunning and exhausting. Every space in the theater is devoured by gigantic volumes and absolutely appalling walls of distortions. There is space for some captivating groovy phrasings and for hammering rhythms, but the greatest part of the concert is swallowed by impenetrable drones. For those in the first rows (like me!) the sound mass is really impressive. Mostly taken from the latest album, songs are even more dilated and noisy than on recordings and they alternate with monstruous unreleased creatures (as a striking 40 minutes long ocean of distorsions opening the concert), showing how much Gira is still willing to experiment. The New York musician is completely estranged from reality and he is definitely all one with his music, completely enraptured by the electric waves gushing out of the amps as pouring lava, and he  frequently inveighs against anyone who fails to follow his directives (possibly thinking he is imparting them telepathically). Besides quarrels with music engineers and someone in the audience, he also picks on his musicians (especially on drummer and bassist). Even though they handle sounds and distortions with amazing mastery (without the rhythmic skeleton imposed by the bassist the sonic flow would get lost in the absolut chaos, and without the liquid digressions of the keyboard player there would not be the necessary unpredictability), Gira does not seem satisfied by the excessive freedom to which his musicians indulge. Totally blinded by his apocalyptic music (as well as from his Ego), he turns the concert into a continuous challenge between himself and the rest of World, using distortions as veritable weapons. One of the last battles before the end of this lineup under the name Swans. An experience that leaves exhausted and stunned, never indifferent. Genius and madness. This is Michael Gira, take or leave.
[R.T.]


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