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giovedì 3 novembre 2016

Heavy Psych Sounds Fest - Volume III - Day 1


Heavy Psych Sounds Fest - Volume III – Day 1
[Glowsun + Fuzz Orchestra + Mos Generator + Isaak]

Staccare da lavoro alle 19:30, precipitarsi in autostrada, ingoiare un panino lungo il tragitto per cercare di perdersi il meno possibile di questo primo giorno di Heavy Psych Sounds Fest – Volume III. Fatto. 

Entriamo al MU sulle note di Fountainhead degli Isaak e ci fermiamo subito nella prima saletta, davanti al palco più piccolo del Festival, per gli ultimi 20 minuti di concerto della band genovese. Quattro canzoni, tutte dal loro ultimo album, Sermonize. Volume esageratamente alto e distorsioni al massimo: il risultato è una bella legnata nei denti, che non penalizza la musica del quartetto. Giacomo H Boeddu sempre incredibile ed efficace alla voce (anche se un po’ divorata dai suoni mastodontici), ed anche il nuovo batterista dimostra un tiro ed una bravura davvero notevoli. Peccato essersi persi i Void Of Sleep ed i Black Bone, ma questo è comunque un grande inizio di serata!

Sul palco più grande, intanto si sono preparati i Mos Generator. Una profusione di riffs hard rock, dal retrogusto stoner, inonda il pubblico. Il tiro del trio americano ha una forte connotazione blues - evidente nel gusto e nel tocco degli assoli di Tony Reed, davvero grande chitarrista! – ma c’è anche spazio per suoni e passaggi più heavy, al limite della cavalcata metal. Qualche piccolo problema con la cassa spia per il chitarrista – che, da bravo rodie di se stesso, risolve la faccenda staccandola e mettendola da un lato! – ma nulla che intacchi minimamente la carica e l’impatto del loro live. 

Ritorno alla saletta piccola, ed è tempo di Fuzz Orchestra. È come calarsi in una colonna sonora frammentata e schizofrenica, che, di canzone in canzone, mostra le sue molte facce dapprima nascoste. L’atmosfera è quella da poliziottesco anni ’70, ma reinterpretato dai King Crimson di Red con una montagna di fuzz, qualche rallentamento schiacciante in stile Melvins e perfino qualche passaggio pesantissimo ai limiti dell’industrial. La sinergia di chitarra-basso-tastiera e samples è perfetta ed amplifica l’ipnotico stordimento indotto dalle dilatazioni e dalle ossessive pulsioni saturate di fuzz e ingigantite da un volume annichilente. Il loro heavy-noise si distacca un po’ dal resto delle bands del festival, ma è perfettamente a tema per la sua forza estraniante. Chi non li ha ancora sentiti dal vivo deve assolutamente rimediare!

Infine Glowsun. Un mare di effetti per la chitarra di Johan Jaccob, che guida il trio francese in un flusso di space rock dall’andamento sinusoidale, attraverso continui saliscendi di intensità sonora, fra aperture psichedeliche e accelerazioni più prettamente stoner (sempre comunque annegate in un mare di wah wah e flanger). L’impressione è quella di essere sospesi, in attesa di una ri-partenza che sembra non arrivare mai. Il suono viene continuamente rimodellato e trasformato, sfilacciando un po’ la compattezza dei brani. Un finale di serata tutto sbilanciato sull’atmosfera – piuttosto che sulla pesantezza ed il tiro – all’insegna di uno space rock lisergico e magmatico.

Dopo le prime due edizioni romane, l’Heavy Psych Sounds Fest trasloca al centro-nord, raddoppia i palchi e propone un bill incredibile ed imperdibile. Il MU è una location azzeccata sia dal punto di vista estetico, sia dal punto di vista logistico per l’alternanza delle bands su due palchi. Peccato, invece, per l’acustica – decisamente buona quella del palco grande, ahimè penalizzante quella del palco piccolo (almeno in questa prima serata). Le 13 bands in scaletta sono fra le più interessanti del panorama heavy-psych internazionale, e non è esagerato dire che si tratta di una “prima” assoluta per un paese come l’Italia che certo non brilla nell’ambito festival. Una ragione in più per essere stati presenti stasera e per non perdersi la seconda parte domani sera!

[E.R.+R.T.]



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Heavy Psych Sounds Fest - Volume III – Day 1
[Glowsun + Fuzz Orchestra + Mos Generator + Isaak]

Leave the office at 19:30, rush on the highway, swallow a sandwich on the road trying to lose the least possible of this first day of Heavy Psych Sounds Fest - Volume III. Done.

We enter the MU on the notes of Isaak Fountainhead and we stop right away there in the first room, in front of the smallest stage of the festival, for the last 20 minutes of the set of the band from Genova. Four songs, all from their latest album, Sermonize. Overly high volume and distortion at its maximum: the outcome is a big whack in the teeth, that does not penalize the music of the quartet. Giacomo H Boeddu voice is amazing and effective as usual (although a bit devoured by the gigantic sound), as well as the new drummer shows remarkable groove and skill. Too bad to have missed Void Of Sleep and Black Bone, but this is still a great start to the evening!

In the meantime, on the biggest stage, Mos Generator got ready to play. A profusion of hard rock riffs with stoner aftertaste inundates the audience. The American trio has got a strong blues attitude - evident in the taste and touch of Tony Reed solos, really great guitarist! - but there is also room for heavier sounds and phrasings, really close to metal rides. Some minor problems with the monitor speaker for the guitarist - who, as good rodie of himself, solves the matter unplugging it and putting it by a side! - but nothing that minimally affects the impact of their live.

Back to the smaller room and it is time for Fuzz Orchestra. It is like immersing ourselves in a fragmented  schizophrenic soundtrack showing, from song to song, its many faces at first hidden. The atmosphere is that of  a 70s poliziottesco, yet reinterpreted by King Crimson of Red era with a mountain of fuzz, some overwhelming slowdowns in Melvins style and even some heavy shifts into industrial shores. The synergy of guitar-bass-keyboard and samples is perfect and it amplifies the hypnotic daze induced by dilations and obsessive beats saturated with fuzz and magnified by an annihilating volume. Their heavy-noise deviates a bit from the rest of the bands of the festival, but it is perfectly themed for its alienating force. If you do not have listened to them live, you absolutely have to look for their next gig!

Finally Glowsun. A sea of effects for Johan Jaccob guitar, leading the French trio into a sinusoidal stream of space rock, through continuous ups and downs of sound intensity, through psychedelic openings and more purely stoner acceleration (yet always drowned in a sea of wah wah and flanger). The impression is that of being suspended, waiting for a re-start that never arrives. The sound is continually reshaped and transformed, fraying a little bit the compactness of songs. A final of evening wholly unbalanced on atmosphere - rather than on heaviness and groove - in the name of a lysergic magmatic space rock.

After the first two Roman editions, Heavy Psych Sounds Fest has moved to the center-north of Italy, doubling the stages and offering an incredible, unmissable, bill. MU is a fitting location both from the aesthetic point of view and the logistic one, for the alternation of the bands on two stages. Too bad, however, for the acoustics - very good the one of the big stage, alas penalizing that of the small one (at least in this first evening). The 13 bands in the lineup are among the most interesting of heavy-psych international panorama, and it is no exaggeration to say that it is a absolute "prima" for a country like Italy, certainly not standing out for festivals. An additional reason for being here this evening and to not miss the second part tomorrow night!
[E.R. + R.T.]

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