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domenica 20 dicembre 2015

Godspeed You! Black Emperor - Asunder, Sweet and Other Distress


Godspeed You! Black Emperor – Asunder, Sweet and Other Distress
(Constellation, 2015)

Rimanere per l’ennesima volta ammaliati e stupiti dalla nuova creatura concepita dai Godspeed You! Black Emperor è dimostrazione di quanto questi canadesi sappiano reinventare la loro musica senza abbandonare il nucleo emotivo che da sempre la contraddistingue. Il loro quinto full-lenght reclama prepotentemente attenzione, soprattutto nei confronti di coloro che erano pronti ad immergervisi solo in superficie, superato ormai l’entusiasmo sensazionalista della reunion. Le onde soniche che aprono Asunder, Sweet and Other Distress dimostrano fin da subito che stiamo nuotando in acque significativamente diverse da quelle conosciute. Mai così robusti e pesanti, i canadesi richiamano più gli ondulanti droni degli ultimissimi Earth (con tanto di feedback devastanti e muri di distorsione) che il post rock del quale sono considerati tra i maggiori interpreti. Nei 45 minuti scarsi dell’album non c’è inoltre traccia dei rumori ambientali, delle voci lontane o dei frammenti sonori che arricchivano l’emotività delle loro opere passate. La nuova creazione dei GY!BE, composta nel corso degli ultimi tour e suonata più volte di fronte al pubblico, è stata modellata nel tempo fino alla sua forma essenziale, dimostrandosi la composizione più concisa e sintetica nella carriera della band, ma anche quella che maggiormente esalta gli opposti della poetica del gruppo. Se apertura e chiusura piantano le loro radici profondamente nei suoni rock delle chitarre distorte, il nucleo centrale fluttua in un oceano cosmico tra i più profondi mai concepiti dal gruppo. 
[R.T.]
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Godspeed You! Black Emperor – Asunder, Sweet and Other Distress
(Constellation, 2015)

We are once again charmed and amazed by the new creature conceived by Godspeed You! Black Emperor and this is the proof that the Canadian band is capable of reinventing its music without abandoning the emotive core that marks it. Their fifth full length album powerfully claims attention, especially of those willing to dive only on the surface of it, now that the sensationalist enthusiasm generated by the reunion has waned. Sonic waves opening Asunder, Sweet and Other Distress show from the very beginning that we are swimming in significantly different waters from the ones already known. So heavy and sturdy as never before, Canadians recall undulant drones of last Earth albums (with devastating feedbacks and walls of distortions) more than post rock music – genre of which they are considered among the greatest interpreters. In less than 45 minutes there is no trace of ambient noises, distant voices or sonic fragments that usually enriched the emotionality of past albums. Composed during last tours and already performed live several times, the new opus by GY!BE has been shaped through time until it reached its essential form, proving to be the most synthetic and concise in the band career, yet at the same time the one that mostly exalts the opposites of the poetics of the band. While opening and closing deeply plant their roots in the rock sound of distorted guitars, the central core flows in one of the deepest cosmic oceans ever conceived by the band.
[R.T.]



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