Nile + Suffocation – 22.09.2015 – Cycle Club, Calenzano (FI)
Nel caldo soffocante del Cycle Club si percepisce l’entusiasmo del grande evento: due band che hanno contribuito a scrivere pagine fondamentali della storia del death metal, sullo stesso palco.
Per primi i Suffocation, che, seppur privi del loro cantante storico Frank Mullen, si dimostrano una devastante macchina da guerra, anche per merito del sostituto al microfono, il poderoso Ricky Myers (batterista nei Disgorge), caratterizzato da un ottimo growl cavernoso e gutturale. La precisione chirurgica della loro esecuzione rende gli assalti frontali compatti e penetranti, senza perdere una goccia della grezza brutalità della loro musica. Diretti, velocissimi – ma mai ripetitivi o privi di groove – raramente rallentano la loro corsa (quando accade l’effetto è letteralmente schiacciante), e questo, insieme al loro atteggiamento assolutamente hardcore, esalta il pubblico – spesso trascinato da un pogo vorticoso – che li eleggerà, con pieno merito, assoluti mattatori della serata.
I Nile, veri headliner della serata, rischiano quasi di passare in secondo piano dopo la mostruosa prestazione dei Suffocation. Ma la band del South Carolina, vera e propria leggenda della seconda ondata death metal, mette in campo tutta la sua esperienza per radere al suolo il locale. Massicci e imponenti come una piramide egizia, anziché focalizzarsi su suoni compressi come i Suffocation, alzano una tempesta di sabbia con distorsioni sporche, pur senza perdere lucidità melodica. Se da una parte la muraglia sonora eretta dai Nile è imponente, dall’altro la ricercatezza melodica dei riff dal sapore orientale, cosi come la complessità delle canzoni, rende la loro proposta ricercata e affascinante. Più complicati e, per certi versi, meno devastanti dei Suffocation, i Nile sono in grado di ricreare, nel caldo bollente del Cycle, la sepolcrale atmosfera di una tomba egizia, soprattutto grazie alla voce cavernosa di Karl Sanders e ai mastodontici rallentamenti che talvolta spezzano la velocità della loro musica. Eredi del death metal fangoso e spirituale dei Morbid Angel, i Nile sono lo scontro definitivo tra brutalità e atmosfera, tra chaos e melodia.
Grazie alla partecipazione del numeroso pubblico, la serata del 22 settembre 2015 sembra provenire direttamente dagli anni 90, sensazione amplificata dallo spirito collaborativo (Myers sale sul palco dei Nile per cantare un brano) di una scena che ha fatto dell'underground la sua casa.
[R.T.]
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Nile + Suffocation – 09.22.2015 – Cycle Club, Calenzano (FI)
In the sweltering heat of Cycle Club there is clear evidence of the enthusiasm typical of great events: two of the most fundamental bands for the history of death metal together on the same stage.
First of all Suffocation. Though without their historical singer Frank Mullen, they prove to be a devastating war machine, thanks also to the touring vocalist, the mighty Ricky Myers (Disgorge drummer), characterized by a great cavernous guttural growl. The surgical accuracy of their show makes their frontal assaults compact and penetrating, without loosing one drop of their raw brutality. Direct, fast – yet never repetitive or without groove – they rarely slow down their run (…and in those rare moments the effect is definitely overpowering!). This, together with their hardcore attitude, excites the audience – often dragged in a whirling mosh – that elects them the absolute matadors of this night.
Nile, the proper headliner of this gig, nearly risk to be overshadowed by the terrific show of Suffocation. Yet the South Carolina band – a real legend of the second death metal wave – exploits all its experience to raze to the ground the venue. Massive and powerful like an Egyptian pyramid, they do not focus on compressed sounds as Suffocation do: they raise a sandstorm thanks to their dirty distorsions, without loosing melodic clarity. If, on a side, the wall of sound erected by Nile is huge, on the other side their music is sophisticated and fascinating, thanks to both the melodic refinement of the oriental flavored riffs and the complexity of songs. More complicated and, in some way, less devastating than Suffocation, Nile are able to recreate the sepulchral atmosphere of an Egyptian tomb in the boling heat of Cycle Club, mostly through Karl Sanders cavernous voice and mastodontic slowdowns breaking up at times their music speed. Heirs of muddy spiritual Morbid Angel death metal, Nile are the final clash between brutality and atmosphere, chaos and melody.
Thanks to the large attendance, the concert of September 22nd 2015 seems to directly come from the 90s – a sensation which results amplified by the collaborative spirit (Myers gets on stage to sing together with Nile during their show) of a scene which makes underground its own home.
[R.T.]
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