Pagine

martedì 13 ottobre 2020

Paradise Lost – Obsidian


Paradise Lost – Obsidian
(Nuclear Blast, 2020)

Ogni città ha una locanda sicura, aperta fino a notte fonda. Un rifugio sul quale possiamo contare nelle nottate in cui fuori infuria la tempesta. I Paradise Lost sono quel luogo, nell’universo dell’heavy metal. Quando all’esterno è rimasto silenzio e desolazione, e non riconosciamo più nostri simili, la band inglese ci mostra l’entrata attraverso un arpeggio dal sapore antico. In un attimo siamo in un altro mondo, in un’altra epoca. Una taverna di Winterfell, nell'estremo nord di Westeros. Al suo interno non la stanca rassegnazione di un luogo corroso dall’abitudine, bensì il calore appassionato di un covo di partigiani che progettano battaglie. Qui troviamo facce conosciute, vecchi amici che non si vogliono arrendere, e che mostrano un’energia inesauribile, frutto di una riuscita alchimia. Così, mentre una pandemia congela il mondo della musica, non solo  annichilendo i concerti, ma inibendo anche la pubblicazione dei dischi (che in questa epoca digitale non portano nessun guadagno alle band se non sono accompagnati da un tour), i Paradise Lost vanno controtendenza senza paura e pubblicano uno dei loro dischi migliori. Proseguendo il percorso intrapreso con i due - straordinari - predecessori, la band inglese infonde energia ad uno stile musicale decadente e rassegnato per definizione, mostrando ancora una volta nuove strade. Unendo romanticismo darkwave e potenza heavy metal, grazie anche al presioso contributo del giovane batterista Waltteri Väyrynen, i Paradise Lost compongono il loro disco più epico e grandioso, senza mai perdere il focus introspettivo che li ha sempre caratterizzati. La luce della locanda è accesa, in mezzo alla tormenta. Sta a noi entrare e unirsi alla resistenza.
[R.T.]

*** 

Paradise Lost – Obsidian
(Nuclear Blast, 2020)  

Each town has a safe inn, open til late at the night. A shelter we can count on in those nights when  outside the storm is raging. Paradise Lost is that place, in the universe of heavy metal. When outside there are only silence and desolation, and we no longer recognize our fellowmen, the English band shows us the entrance through an arpeggio with an ancient flavour. In a moment we are in another world, in another era. A tavern in Winterfell, in the far north of Westeros. Inside it there isn't the tired resignation of a place corroded by habit, yet the passionate warmth of a hideout of partisans planning battles. Here we find familiar faces, old friends who do not want to give up, and who show inexhaustible energy, result of successful alchemy. So, while a pandemic freezes the world of music, not only annihilating concerts, but also inhibiting the release of records (which, in this digital age, do not bring any profit to the bands if they don't go on tour), Paradise Lost go fearlessly against this trend and release one of their best records. Combining darkwave romanticism and heavy metal power, thanks also to the precious contribution of the young drummer Waltteri Väyrynen, Paradise Lost compose their most epic and grandiose album, without ever losing the introspective focus that has always characterized them. The inn's light is on, amidst the blizzard. It is up to us to come in and join the resistance.
[R.T.]